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Il Ghetto, un'altra Venezia

Cinque sinagoghe, case torri, un museo: il Ghetto è una Venezia dentro Venezia.

Il Ghetto, un'altra Venezia

Uscendo dalla stazione di Santa Lucia (il treno è davvero il mezzo più comodo per raggiungere Venezia) basta dirigersi verso sinistra imboccando la Lista di Spagna e proseguendo diritti fino a campo S. Geremia e al ponte delle Guglie.

Un mondo a parte a soli 5 minuti dalla stazione

Attraversato il ponte si gira subito a sinistra e si prosegue lungo il canale fino al sottoportico delle Guglie che è all'altezza dell'imbarcadero. Un'entrata che diventa anche confine simbolico da attraversare, il passaggio in un mondo "altro" dove anche i turisti non appartengono alla categoria "mordi e fuggi" che di Venezia vede solo la triade Canal Grande - San Marco - Rialto. Qui si viene per scoprire e capire e si è ricompensati da un concentrato di storia e cultura davvero unici.

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Qui nel sestriere di Cannaregio nell'antichità si trovava la fonderia dell'Arsenale chiamata "geto" e da questo termine nasce la parola "ghetto". Ancora oggi si vedono le tracce dei cardini dei portoni che venivano chiusi durante la notte mentre le guardie sorvegliavano il confine.
Una situazione di segregazione che durò fino al 1797 quando Napoleone conquistò Venezia e lascio agli ebrei la facoltà di vivere nelle altre aree della città.

Il nome ghetto nasce qui in laguna. Quello di Venezia è il ghetto ebraico più antico d'Europa, nato nel 1516 da un'ordinanza del governo della Serenissima che imponeva agli ebrei di abitare in questa zona dove dovevano rimanere dal tramonto all'alba

Le case come antichi grattacieli

Il Campo del Ghetto Nuovo nonostante il nome è il luogo più antico di questo insediamento. Nei secoli qui si concentrò una popolazione di migliaia di persone che a causa dei confini ristretti fu costretta ad espandersi verso l'alto.
Questi edifici simili a torri sono delle specie di grattacieli ante-litteram tanto da arrivare fino a 8 piani e conferiscono alla piazza una fisionomia architettonica particolare.

Museo e sinagoghe: i tesori del Ghetto

Dalla piazza si accede anche al Museo Ebraico di Venezia concepito come museo diffuso perché accoglie non solo una bella collezione di oggetti dal '600 all'800 di uso liturgico e familiare, ma anche perché include le sinagoghe dislocate nel Ghetto. Decisamente interessante il bookshop ricco di pubblicazioni non solo sull'ebraismo ma anche su Venezia stessa.

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Nel Ghetto Ebraico convivevano ebrei provenienti da varie zone d'Europa che seguivano il rito sefardita, ashkenazita o italiano. Per questo vennero costruite numerose sinagoghe qui chiamate "Scole". Oggi ne rimangono 5 e possono essere visitate solo con i tour guidati che partono ogni ora dal Museo Ebraico. Di solito in ogni visita ne vengono illustrate tre a rotazione.

La Tedesca, la Canton e l'Italiana sorgono all'ultimo piano di edifici sul Campo del Ghetto Nuovo (secondo la tradizione non ci deve essere nulla tra la sinagoga e il cielo) tanto che dall'esterno non sono visibili. L'interno è una sorpresa di legni intarsiati, pannelli scolpiti e decorazioni barocche. Ancora più scenografiche sono la Scola Levantina e la Scola Spagnola probabilmente realizzate da architetti veneziani.

Alla scoperta dei sapori del Ghetto

La visita al Ghetto di Venezia non può dirsi completa senza una sosta per gustare la tipica cucina kosher.

Al Ristorante Gam-Gam nel Sottoportego del Ghetto si trovano specialità ebraiche e piatti della cucina di tradizione giudaico veneziana come i fondi di carciofo. D'estate la sera il ristorante mette i tavolini lungo il canale e l'atmosfera è deliziosa

Per portare a casa un souvenir goloso si possono acquistare i tipici dolcetti ebraici al panificio Volpe in Calle del Ghetto Vecchio: le ciambelline chiamate "azime dolci", gli zuccherini e le "orecchiette di Amman" ripiene di frutta candita.

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