Dal Patriarcato al Rinascimento
Grado e Aquileia, Palmanova e Villa Manin: capolavori in epoche diverse
Il nome di Grado viene dal latino "gradus", che vuol dire porto. I romani fondarono questa città di mare dotandola anche di un solido castrum. Oggi l'antico castrum corrisponde al vivace centro cittadino, che conserva l'impianto urbanistico veneziano fatto di calli e campielli e che custodisce meravigliosi tesori.
I tesori di Grado
La Basilica di Sant'Eufemia, cattedrale del patriarcato di Aquileia per oltre ottocento anni. Edificata nel 579 per volere del vescovo Elia, accoglie il visitatore con la sua facciata in mattoni chiari e il suo campanile, sulla cima del quale svetta la statua in bronzo di San Michele Arcangelo.
All'interno della chiesa si trova il vero capolavoro: 700 metri quadrati di pavimento musivo, caratterizzato da motivi geometrici e di tema bizantino. Alle spalle della basilica c'è il Museo Lapidario, nel quale sono conservati preziosi frammenti scultorei ed epigrafi del periodo romano, paleocristiano e altomedievale.
A sinistra della basilica si trova il Battistero ottagonale, caratterizzato anch'esso da un pregevole mosaico
La Basilica di Santa Maria delle Grazie è costruita su due livelli, perché venne iniziata nel IV secolo dal vescovo Cromazio e venne completata da Elia due secoli più tardi. Del pavimento musivo della Basilica della Corte, invece, non rimangono che i resti, visitabili grazie a un sistema di passerelle.
La città del Patriarca
Imboccando la Statale 352, dopo 11 chilometri si raggiunge Aquileia. Fondata per volere del Senato romano nel 181 a.C., si affermò come importante centro religioso dopo l'Editto di Costantinopoli e divenne sede del patriarcato.
La Basilica dei Patriarchi è il vero gioiello di Aquileia. Si presenta come una monumentale chiesa romanica, per la ricostruzione voluta dal patriarca Popponio nella prima metà dell'anno mille, sulla base della preesistente basilica del IX secolo, edificata dal patriarca Massenzio sopra un complesso paleocristiano (IV secolo).
Con i suoi 760 metri quadrati di mosaici che risalgono proprio all'epoca paleocristiana, la Basilica dei Patriarchi vanta il più esteso pavimento musivo dell'Occidente cristiano
Anche la Basilica di Monastero merita una visita per i suoi mosaici: edificata nel V secolo, venne trasformata in monastero benedettino e perfino in magazzino agricolo. Nel vicino Museo Paleocristiano sono conservati altri mosaici provenienti da chiese andate distrutte.
Nove punte
Palmanova colpisce per il suo impianto urbanistico da città ideale del Rinascimento. La pianta è quella di una stella a 9 punte, con al centro una piazza esagonale sulla quale svetta il Duomo secentesco. Nella città si accede attraverso tre porte monumentali.
Seguendo le indicazioni per Passariano, si giunge a Villa Manin. Si tratta di una reggia iniziata nel Seicento, in cui visse Ludovico Manin, l'ultimo doge di Venezia, eletto nel 1789. E qui venne firmato da Napoleone il Trattato di Campoformio, che assegnava agli Asburgo la Repubblica della Serenissima.
All'interno del complesso, si trova anche il curioso Museo delle Carrozze e un importante Centro d'Arte Contemporanea.