I cimiteri più belli d'Italia
Una passeggiata decadente tra i più begli esempi di arte funeraria in Italia
"Ogni anno il 2 novembre c'è l'usanza per i defunti andare al cimitero" - Antonio de Curtis detto Totò, la Livella
"Andare a trovare i morti" può essere anche solo un pretesto per una passeggiata dal gusto un po' decadente in quei luoghi carichi di arte e malinconia che sono i cimiteri italiani.
Ecco i più bei esempi di arte funeraria in Italia:
Cimitero Monumentale di Stagieno, Genova
Il Cimitero di Genova copre un intero chilometro quadrato sulle colline di Staglieno ed è disseminato di struggenti sculture plasmate da artisti famosi per le ricche famiglie genovesi.
Passeggiando tra le statue di marmo che sembrano essere fatte di carne morbida è impossibile non notare la gran quantità di tombe di bambini, giovani mamme e coppie di novelli sposi. Spesso dimentichiamo come nel secolo scorso bastava una brutta influenza o un parto complicato per andar via: senza antibiotici e senza cure mediche un quinto dei bambini non raggiungeva l'età adulta.
Il Cimitero monumentale di Milano
Il cimitero monumentale di Milano venne inaugurato nel 1866 con l'intenzione di sostituire il piccolo cimitero al centro cittadino con uno più grandi al di fuori delle mura.
Oggi questo cimitero offre un'affascinante varietà di stili di arte funeraria: si va dalle riproduzioni dei templi greci ed egizi fino a sculture di arte moderna create da artisti come Giò Ponti, Arturo Martini, Lucio Fontana e Giò Pomodoro.
Cimitero di San Michele, Venezia
Fino al 19° secolo i morti a Venezia erano seppelliti sotto il lastrico nel centro cittadino. pratica non proprio salubre che contribuiva ad aumentare ulteriormente il numero di morti.
Durante l'occupazione austriaca le autorità decisero di trovare una soluzione più salutare e dedicò la piccola isola di San Michele all'uso esclusivo come cimitero. Fu così che nacque la prima isola cimitero e furono introdotte le gondole funerarie per il trasporto dei morti. In 150 anni l'isola ha perà raggiunto la sua massima capienza e oggi i "nuovi" morti possono essere seppelliti qui solo per un massimo di 15 anni, dopo di che devono essere cremati o spostati altrove.
Cimitero Acattolico di Testaccio
"Potrebbe farti innamorare della morte, tanto da indurti a pensare che tutti dovrebbero esser sepolti in un luogo così dolce"
Shelley scrisse questa ode al cimitero degli inglesi di Roma poco prima di morire annegato al largo della costa toscana. Il corpo fu bruciato in spiaggia ma le generi vennero sepolte qui, nel luogo che tanto amava.
Il cimitero acattolico si trova vicino alla piramide di Caio Cestio e ospita le tombe di non cattolici morti a Roma durante un viaggio o che hanno scelto la città eterna come ultima dimora
Oltre che a tombe laiche e protestanti ci sono tombe di esponenti dell'Islam, dello Zoroastrismo, Buddismo e Confucianesimo. Qui riposano Shelley, Keats, Antonio Gramsci e altri artisti. La scultura più bella è quella dell'angelo piangente che William Story scolpì sulla tomba della moglie Emelyn.
Cimitero acattolico di Capri
Il cimitero acattolico di Capri invece di grandioso e maestoso ha solo il panorama sul quale affaccia. E' piccolo e raccolto, solo 204 tombe di artisti e intellettuali inglesi, tedeschi, russi e americani tra i tanti che nel secolo scorso vissero e (morirono) a Capri.
Passeggiando tra le tombe e il mare si leggono le lapidi in memoria di Lucio Amelio, il barone Fersen, Norman Douglas e Grace Fields. Ma ci sono anche tanti nomi sconosciuti, in gran parte giovani tubercolotici che accorrevano da tutta Europa cercando salvezza nel clima mediterraneo di Capri e nella talassoterapia. Una piccola Spoon River in chiave mediterranea che racconta un pezzetto della storia dell'isola a molti sconosciuto.
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