Chi l'ha detto che in Brianza c'è solo da lavorare?
Un tour diverso e pieno di sorprese tra Monza, Montevecchia e il fiume Adda
Brianza terra di piccole aziende, fatta di imprenditori ne hanno plasmato il profilo e l'anima e di strade trafficate in direzione di Milano, di boschi che provano a resistere alla cementificazione e di campi dorati in cui, nonostante i diserbanti, rosseggiano ancora i papaveri e spunta, impertinente, la camomilla.
Ecco, questi sono alcuni dei volti della mia amata Brianza, che chi arriva da queste parti per caso, passando veloce sulla tangenziale, magari non nota nemmeno, attraversandola senza accorgersene.
Ma guardando con attenzione queste zone si notano piccole meraviglie che mi fanno venire la voglia di farle scoprire a mio figlio e a tutti quelli che vorranno ascoltarmi.
Dicendo "Brianza" si intende un'area vasta e molto popolosa, che appartiene a ben quattro differenti provincie. Senza alcun riconoscimento politico quest'area vanta però un forte senso appartenenza da parte dei suoi abitanti, i "brianzoli" appunto.
Tanto ci sarebbe da raccontare e da vedere, muniti di un'auto in un bel week-end di sole, perdendosi tra l'architettura e i campi di grano, godendosi il fresco sui colli o sulla riva dei fiumi o dei laghi.
Io oggi traccerò un mio personale itinerario "a prova di bambino" iniziando da Monza, capoluogo proprio della provincia di Monza e Brianza.
Monza, la città della regina Teodolinda
A Monza è un piacere percorrere a piedi il suo centro storico medievale, fatto di vetrine e struscio, soffermandosi ad ammirare l'antico palazzo comunale del XIII secolo - detto Arengario - con il suo porticato e l'ottocentesco Ponte dei Leoni, dove scorre il Lambro sulla cui riva si fermò a riposare la Regina Teodolinda.
Senza fretta ci si avvicina al bellissimo Duomo trecentesco dove si può ammirare oltre al Tesoro dei longobardi, la Corona Ferrea, contenente - secondo la leggenda - uno dei chiodi della croce di Cristo.
Dopo la visita e le foto di rito nella piazza antistante si può scendere sino al fiume per passeggiare lungo la riva e sbucare poi nuovamente all'Arengario per viziare i bambini con una pasta in una delle caffetterie più belle e piene di golosità della città: il Caffè Moderno.
La passeggiata continua e sempre percorrendo il centro pedonale si arriva fino alle porte del Parco.
Il Parco di Monza, tanto famoso per il suo Gran Premio, è in realtà un polmone verde che farebbe la gioia di qualsiasi bambino, con prati e boschi a perdita d'occhio, possibilità di affittare le bici o i risciò, di giocare a palla o di fermarsi a vedere gli animali in una delle sue fattorie.
Tappa obbligata qui sono la Villa Reale e i suoi giardini e, nel mese di maggio, il Serrone, che le cui rose in piena fioritura cattureranno l'attenzione delle macchine fotografiche di adulti e bambini. La villa costruita sul finire del '700 fu residenza prima degli Asburgo e poi dei reali d'Italia e in estate ospita bellissime rassegne cinematografiche all'aperto
Il pomeriggio può poi proseguire al parco, chiuso al traffico nei week-end, raggiungendo l'Autodromo per sognare ascoltando il rombo delle auto o osservare increduli la pendenza della parabolica della vecchia pista.
In alternativa ci si può allontanare da Monza per visitare i dintorni, magari la romanica Basilica di Agliate, a Carate Brianza, risalente all'XI secolo o il piccolissimo borgo di Oreno, minuscola frazione di Vimercate, con il suo chiostro e la piccola chiesa dei frati.
Se capitate da queste parti fermatevi a mangiare una pizza in quella che a mio parere è la pizzeria più buona di tutta la Brianza: il Paradiso della Pizza, dove ingredienti accuratamente selezionati si incontrano con un ambiente informale da pizzeria d'asporto e la pizza stellata Michelin diventa alla portata di tutti.
Montevecchia e il suo santuario
Ma la Brianza è anche fiume e colline e allora nel mio personale itinerario inserisco - quasi d'obbligo - Montevecchia, con il suo Santuario.
Situato su un colle, nel verde del Parco del Curone, il Santuario di Montevecchia offre da sempre un belvedere su tutta la Pianura Padana e nelle giornate terse lo sguardo riesce a spingersi fino a Milano e alla sua Madonnina.
Dopo le fotografie di rito l'occasione è ghiotta per provare i celebri Formaggini, vanto di Montevecchia, insieme a un bicchiere di Pincianel - il vino rosso' prodotto da queste parti. Dal parcheggio poi in pochi minuti di cammino, si potrà raggiungere Cà del Soldato, la storica sede del Parco del Curone, dove vengono organizzate molte iniziative e laboratori didattici per i bambini e dove è presente anche un'area attrezzata per i pic-nic.
Sul fiume Adda insieme a Leonardo
Infine l'ultima tappa della mia Brianza scorre sulle rive del fiume Adda e porta con sé il nome di Leonardo.
Sono infatti attribuite a questo grande maestro le chiuse e i sistemi che resero questo fiume navigabile e permisero al commercio di fiorire e - ancora oggi - di produrre elettricità.
Il tratto del fiume che va da Paderno d'Adda a Brivio è una via ciclo-pedonale molto frequentata dei week-end, quando famiglie intere si riversano sulle sue sponde per un pic-nic o una gita in bicicletta.
Partendo da Paderno non si può non ammirare il Ponte di Ferro che collega le due sponde dell'Adda, quella lecchese e quella bergamasca, costruito nell'Ottocento e pieno di leggende.
Di sicuro impatto per i bambini è anche il Traghetto di Leonardo - a Imbersago - l'unico esempio di traghetto manuale ancora funzionante, che trasporta persone, auto e greggi da una sponda all'altra
Una buona alternativa è l'Addarella, il battello a propulsione elettrica che percorre questo tratto del fiume e permette di ammirarlo e ascoltarne la storia comodamente seduti.
Mentre percorrendo in auto la strada che collega Imbersago a Brivio due soste sono d'obbligo: il Santuario della Madonna del Bosco e la Chiesa di San Colombano e Gottardo ad Arlate.
Infine a chi vuol rimanere ancora un poco in Brianza io consiglio di dirigersi verso Monticello: oltre ad ammirare la non lontana Villa Greppi, dove non mancano le iniziative per i ragazzi, una gita da queste parti permette una sosta in una delle gelaterie migliori della Brianza', La Pinetta, a Cortenuova di Monticello dove dagli anni '50 il gelato è una bontà presa davvero sul serio, tra gusti incredibili che sanno deliziare il palato, come polenta o gorgonzola, a quelli più semplici come "torta paesana" o con piccole tentazioni come "fragole e vino".
E per coloro che avessero voglia di rilassarsi un po' di fronte alla gelateria c'è un magnifico stabilimento termale, con tanto di piscine esterne per la gioia di grandi e piccini.
Ecco, questo è il mio itinerario in Brianza, tra città, piccoli borghi, colli e fiumi, non tralasciando nemmeno un tocco di relax, per smentire tutti quelli che dicono che "in Brianza non c'è nulla da fare se non lavorare!".
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