Borghi della Carnia
Paesi e villagi del Friuli che hanno saputo ricostruire la loro bellezza.
Un viaggio alla scoperta di un territorio ferito, ma che ha saputo rialzarsi e tornare al suo splendore originario dopo il terremoto del 1976. L'esplorazione della Carnia comincia da Gemona dove le sue chiese e i palazzi aristocratici del centro storico sono la testimonianza della sua recuperata bellezza.
Il Duomo di Santa Maria Assunta è il gioiello più prezioso, esempio di commistione splendidamente riuscita fra stile gotico e romanico. All'interno si possono notare le ferite del terremoto, nelle colonne in marmo rosa inclinate e nel Crocefisso ligneo quattrocentesco, che porta i segni di quando venne estratto dalle macerie.
Il cuore di Gemona
Via Bini è un susseguirsi di palazzi dalle facciate affrescate. Fra questi c'è Palazzo Elti, che ospita oggi il Museo Civico: una collezione che va dai reperti archeologici ai capolavori recuperati dalle chiese del territorio distrutte dal sisma.
Sulla stessa via, nella quattrocentesca Casa Gurisatti è ospitata la Cineteca del Friuli, un'originale collezione di film, documentari e cinegiornali.
Non lontani si trovano il Castello dell'anno Mille e il Palazzo Comunale che custodisce reperti di epoca romana incastonati nella loggia. Distrutto dal sisma e ricostruito in chiave moderna, il Santuario di Sant'Antonio è il più antico luogo di culto dedicato al santo.
I tesori gotici della Carnia
La tappa successiva è Venzone. Il Palazzo Comunale è uno esempio di architettura gotica fiorita veneziana, arricchito da stemmi nobiliari. Di notevole interesse è anche il Palazzo Orgnani-Martina, che vanta un portale cinquecentesco e un parapetto in ferro battuto. Entrambi i palazzi subirono notevoli danni, ma sono tornati com'erano. Più fortunato è stato il Duomo di Sant'Andrea, tesoro romanico-gotico dove si sono salvati gli affreschi originali.
Arte e natura
Da visitare assolutamente Tolmezzo, con il suo nucleo storico dalle strade porticate e gli antichi edifici, nobili e religiosi. Fra questi il Duomo di San Martino, cominciato nel Settecento e terminato due secoli dopo. All'interno conserva opere di scuola veneziana ed è notevole la Cupola affrescata da Antonio Schiavi.
C'è anche il Museo carnico delle arti e tradizioni popolari, che ripercorre la vita contadina, come gli attrezzi del falegname o gli arnesi per la tessitura e il ricamo.
Bastano pochi chilometri per trovarsi in un autentico paradiso naturale: il Lago di Cavazzo Carnico, perfetto per escursioni in trekking e mountain bike.
Ancora una tappa
Alla fine viaggio troviamo Sauris, un pittoresco borgo montano famoso soprattutto per il prelibato prosciutto che produce. Il borgo si divide in due: Sauris di Sopra e Sauris di Sotto e nella zona superiore si trova il Santuario di Sant'Osvaldo, dove spicca una tavola di Nicolò di Brunico in stile tardo-gotico.